Come essere un buon lettore (secondo Nabokov)
L'attesa infinita in un terminal europeo, accerchiato da un paio di scocciatori, è stata l'occasione per dare una sbirciata alle Lezioni di letteratura.
Mentre scrivo queste righe mi trovo all’aeroporto di Madrid-Barajas, fra un tipo che scrolla TikTok a volume concerto dei Rammstein e un altro che per non essere da meno guarda gli highlights di Roma-Inter bestemmiando a ogni passaggio sbagliato dai primi. Odio gli aerei e odio la parola aeroporto. E non mi vergogno ad ammettere che prima di scriverla come si deve il correttore automatico me l’ha segnata errore per ben due volte: areoporto prima; e aereoporto poi. Si potrebbe dire: ecco i risultati dell’educazione pubblica italiana! E non a torto: perché nella mia mente non è di casa il pensiero solare né tantomeno la luce meridiana dello spirito mediterraneo.
Eppure avevo programmato un piano perfetto. In areoporto aeroporto quattro ore prima – ansiosi ne abbiamo? –, mi trovo un angolino tranquillo, mi sparo un bel caffè di Starbucks lontano da occhi nostrani – per evitare qualsiasi tipo di biasimo avevo in serbo la classica tattica dello straniero: Scusa è libero qui? ¿Cómo? No te entiendo, lo siento mucho (sorriso a 32 denti) –, e mi leggo un libro nell’attesa che apra il gate, al sicuro nella mia bolla confortevole.
E così, fra il video di un tizio thailandese che sbuccia cocchi alla velocità della luce e gli improperi contro un certo Cristante, c’ero io, stretto in questa morsa fatale come un novello Laocoonte in balia dei serpenti, cercando di carpire qualcosa dalle Lezioni di letteratura di Nabokov che tenevo ben salde in una mano (l’altra stringeva il mio Creamy Vanilla Tostatura Chiara).
«Come diventare un buon lettore» ovvero «avere riguardo per gli scrittori»: si potrebbe usare un sottotitolo del genere per queste riflessioni, afferma nella prefazione al libro il buon Vladimiro Vladimirovič.
Una sera in un lontano college di provincia nel quale mi trovai a passare durante un lungo giro di conferenze, proposi un piccolo quiz: dieci definizioni di lettore, tra le quali gli studenti dovevano sceglierne quattro che, messe assieme, avrebbero definito i requisiti del buon lettore.
In queste parole mi sembra quasi di vedere il vecchio professor Timofej Pnin, l’émigré russo descritto nell’omonimo libro, quando nel primo capitolo si affanna per cercare di arrivare in tempo a una conferenza presso il circolo femminile di una località americana. Ad ogni modo, il quiz si presentava così:
Essere iscritto a un club del libro;
Identificarsi con il/la protagonista;
Concentrarsi sull’aspetto socioeconomico;
Preferire una storia con azione e dialogo a una che ne sia priva;
Aver visto un film tratto dal libro;
Essere uno scrittore in erba;
Avere immaginazione;
Avere memoria;
Disporre di un dizionario;
Avere un minimo di senso artistico.
“Gli studenti”, continua Nabokov, “propendettero decisamente per l’identificazione emotiva, l’azione, e l’aspetto socioeconomico o storico”, una decisione che contrastava con la sua idea, più incline a dare importanza all’immaginazione, alla memoria, oltre che a un buon dizionario da tenere sempre a disposizione.
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Non so se la penso come lui, so che per me leggere vuol dire riconoscere, superare quella sensazione di spaesamento che si prova quando si va in un posto nuovo, e all’inizio non sai cosa troverai dietro quell’angolo, aprendo quella porta o scendendo certe scale, ma poi, una volta passati i primi giorni, cominci a prendere confidenza, ogni giorno un po’ di più, fino a che ti senti quasi come a casa.
Dear passengers, we are now inviting you to proceed to the boarding gates. Please have your boarding pass and identity card ready.
L’altoparlante non mi lascia scampo. Ma prima di chiudere vorrei chiedervi anch’io quali sono secondo voi i requisiti per un buon lettore (se vi va fatemelo sapere nei commenti). Io da parte mia sono già rassegnato. Ho il 16D, lato corridoio, e già so che mi sarà impossibile chiudere occhio, sgomitato a ripetizione dagl’hostess o da chiunque si alzerà per andare in bagno. Per lo meno ho preparato le cuffiette, non sia mai che
«Signore la prego, siamo in partenza, deve buttare il suo caffè e seguirmi»
«¿Cómo? No la entiendo, lo siento mucho»
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Allora, ho fatto fatica a scegliere 4 tra le definizioni di Nabokov, quindi vado con delle mie considerazioni personali: secondo me, un buon lettore sa lasciarsi andare, nel senso si affida allo scrittore o alla scrittrice senza farsi troppe domande e senza interrompere il flusso per controllare nel dizionario! ;) Io se leggo in lingua straniera le parole le controllo dopo, di solito. Ti devi affidare senza pregiudizi, secondo me. Il mio prof di lettere al liceo diceva che puoi decidere se un libro è un buon libro e ti sta piacendo dopo aver letto 100 pagine... anche su questo non sono del tutto sicura. A volte ci vuole meno tempo, a volte di più. Sicuramente identificarsi con il protagonista è qualcosa che ti tiene incollato/a alle pagine, ma a volte ci sono personaggi agghiaccianti ma irresistibili! Quindi è difficile da dire, la lettura è come l'innamoramento, non lo spieghi a parole ma con le sensazioni che ti suscita. Se un libro mi entusiasma io ci penso anche quando non lo sto leggendo, e mi sento felice e fortunata di averlo trovato nella mia strada, proprio come quando ti innamori. Sono un po' esagerata, lo so! ;)
Per me il lettore è curioso. Una curiosità irresistibile che ti porta sempre a chiederti: e adesso? E ora? Cos'altro c'è per me? Vorace, si mangia tutto. Non nel senso della fretta, ma nel senso delle storie, dei concetti, delle avventure, delle vite, delle idee...tutto.
Comunque, io per tanto tempo ho gestito un book club sia in presenza (presso un'associazione studentesca forlivese) che online con alcuni amici e amiche. Non è stato troppo impegnativo ma davvero bello - e come sempre ha fatto quello che i book club sanno fare meglio: farti leggere libri che non avresti mai neanche aperto. Basta darsi 1/2 regole e via che si va. Call to action online/social/substack e si è pronti. Se ti interessa l'idea, we could join forces (e conoscono un paio di persone del mio vecchio book club interessate a riprendere)!