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Un breve sguardo al Rapporto sullo stato dell'editoria in Italia 2024. Poi due libri a sorpresa (e i rispettivi film).
First thing first. Il 9 ottobre è uscito il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2024, pubblicato sul sito dell’AIE, l’Associazione Italiana Editori, ed acquistabile per chi fosse interessatə in formato pdf ed epub. So che potrebbe sembrare noioso, adatto solo agli esperti del settore o agli amanti delle statistiche, ma il rapporto è un utile barometro per capire grosso modo qual è l’andazzo dell’industria del libro in Italia.
Mettiamola così: se confrontati con i dati del 1988, anno in cui l’Italia fu per la prima volta ospite d’onore alla Buchmesse di Francoforte, nel 2023 l’editoria nostrana ha raddoppiato, al netto dell’inflazione, il suo giro di affari, con un valore di mercato di quasi 3,5 milioni di euro e un numero di libri venduti pari a 112 milioni (senza contare gli e-book). Queste cifre fanno dell’editoria la prima industria culturale in Italia e la quarta in Europa, con 85,192 libri pubblicati suddivisi fra 5,308 editori attivi.
Tutto oro quel che luccica? Ni, perché a dispetto delle valutazioni ottimistiche la realtà fotografa un periodo di stagnazione e di crescita piuttosto limitata se non addirittura ridotta rispetto agli anni scorsi (e comunque lontana dal periodo pre-Covid). Bisognerebbe poi saper leggere tra le righe e valutare l’impatto di fattori spesso nascosti. Ad esempio, quanto di questo fatturato riguarda la grande e media editoria e quanto le piccole case editrici? E di tutti i libri venduti, al netto di un 41% proveniente dall’on-line, quanto riguarda le grandi catene di distribuzione e quanto le librerie indipendenti di quartiere?
Queste domande, seppur di primo acchito secondarie, hanno a che fare in realtà con il cuore pulsante del settore, il quale sta rinnovando sempre più le sue dinamiche e accentrando il potere nelle mani di pochi grandi gruppi (vedi anche il recente caso Adelphi). Ha ancora senso aprire una libreria? E fare il Libraio, selezionare il proprio catalogo in modo avulso da logiche e strategie di mercato, è un mestiere ancora pensabile nel 2024? Purtroppo non ho le rispose a queste domande, ma se ci fosse un espertə del settore che volesse darmi qualche suggerimento o interpretazione nella sezione commenti sarei davvero felicissimo di leggerlə.
Galeotto fu il link
Ma veniamo ad altro. Quest’estate stavo leggendo come di consueto la newsletter mensile di
sperando di farmi venire qualche idea su un bel libro da leggere. Avevo da poco finito Paradiso di Michele Masneri e sentivo il bisogno di qualcosa di nuovo da mettere sotto i denti. Quella di Andrea è una newsletter che apprezzo per vari motivi: perché comincia spesso con un tema di attualità, perché è una delle poche che consiglia saggistica, per le offerte sui libri che segnala sempre con puntualità, e per i tanti link interessanti che condivide.È stato proprio grazie a uno di questi se ho scoperto i due titoli di cui voglio parlare oggi. Il primo è Un’estate di Claire Keegan, un libricino di neanche 80 pagine: nella campagna irlandese una bambina viene mandata dai genitori a stare per un po’ con gli zii. È silenziosa, timida, probabilmente abituata più ai rimproveri che alle carezze familiari. Ma qui, lontano da casa, riscopre a poco a poco cosa vuol dire essere amate e accettate per quelle che si è:
Quest’acqua è la cosa più fresca e pura che abbia mai assaggiato: sa di mio padre che se ne va, di lui che non è mai stato qui, di me che sono rimasta senza niente dopo che se ne è andato. Lo tuffo un’altra volta e lo sollevo finché non arriva alla luce del sole. Bevo sei volte e intanto esprimo il desiderio che questo posto senza vergogna e senza segreti possa essere per un po’ casa mia.
Dal libro è anche stato tratto un film, che si chiama The quiet girl e si può trovare su RaiPlay.
Il secondo libro di cui voglio parlare è Un uomo solo di Christopher Isherwood. Anche qui poche pagine. Una narrazione condensata tanto nello spazio fisico quanto nella drammaturgia. Perché Un uomo solo è il racconto di una singola giornata, quella di George, professore di mezz’età di un college di Los Angeles che ultimamente cerca di fare i conti con la prematura morte del suo compagno Jim.
Un libro che colpisce fin dalle prime pagine grazie a un inizio folgorante:
Il risveglio comincia con due parole, sono e ora. Poi ciò che si è svegliato resta disteso un momento a fissare il soffitto, e se stesso, fino a riconoscere Io, e a dedurne Io sono ora. Qui viene dopo, ed è, almeno in negativo, rassicurante; poiché stamattina è qui che ci si aspettava di essere; come dire, a casa. Ma ora non è semplicemente ora. Ora è anche un freddo promemoria; un’intera giornata più di ieri, un anno più dell’anno scorso. Ogni ora ha un’etichetta con una data, che rende obsoleti tutti gli ora passati, finché prima o poi, forse – no, non forse, di sicuro – succederà.
Anche in questo caso dal libro è stato tratto un film in cui George è interpretato da Colin Firth. Ho trovato la sua un’interpretazione toccante, sempre dosata nella voce a restituire un certo senso di abbandono e rassegnazione. Una recitazione delicata, per rappresentare il personaggio delicato di un libro delicato, che ti sfiora con una piuma e ti accarezza pagina dopo pagina.
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Il fumetto rispetto al 2019 è cresciuto del +200%, questo è un buon dato da considerare, vuol dire nuovi lettori giovani ed è una cosa bellissima. Forse non avrà più senso fare il libraio "generico" perché lì c'è la grande concorrenza dell'e-commerce (anche se la quota di mercato era l'anno scorso se non sbaglio 54% per le librerie e 41% per gli e-commerce), ma specializzarsi in una nicchia e fare veramente consulenza ai clienti che entrano e non sanno cosa comprare. Il lato umano secondo me farà ancora la differenza.
Innanzitutto grazie per la menzione e per le parole che hai dedicato alla mia newsletter (e io che ho sempre paura di esagerare coi saggi!). Sono iper felice che ti sia piaciuto anche il film di A Single Man, è uno di quei pochi che ho visto più di una volta. Ma poi mi hai fatto scoprire che A Quiet Girl (altro film che ho amato, ma che mi ha anche devastato) è tratto dal libro di Keegan, non avevo realizzato questa connessione (a mia discolpa posso dire che non l’ho letto, mentre ho apprezzato Piccole cose da nulla, sempre della stessa autrice).