Da ragazzo leggevo per il piacere di leggere. Adesso, lo ammetto, leggere non me ne dà più molto, lo faccio - me lo impongo? - come un esercizio fisico, per allenare un muscolo, o un esercizio tattico scacchistico, perché mi servirà dopo. A volte leggo perché non ho voglia di scrivere ma vorrei farlo (anche qui, mistero), e leggere me la fa venire. E poi, mi sono accorto, leggo come se stessi cercando. Cosa, non so.
Vengo dal futuro per dire che ho recuperato questo numero (assieme agli altri) e che mi ha come sempre colpito la leggera lucidità con cui affronti un tema importante per noi lettori all’epoca di Internet: cosa ci rimane dopo tutto questo processare contenuti, e in particolare, libri? Non lo so, non ho risposte chiare dentro di me. Forse è proprio per far rimanere qualcosa che ho iniziato a scrivere di libri? Per attaccarmi a quello che resta? Congelare l’attimo? Mettere ordine nel caos e per questo agevolare il salvataggio nel mio hard disk? Può essere. Concordo con chi dice che spesso è questione di impressione/aura/sensazione. Aggiungo: restano pezzi della persona che sono diventata durante quella lettura.
Ps. Sogno un giorno di essere fiera proprietaria di un bassotto di nome Ottimo Massimo (:
Ho sempre voluto parlare con una persona che venisse dal futuro! Che bello!
Verissimo! Un libro ti cambia non solo a livello emozionale ma anche caratteriale spesso, non ci avevo pensato.
Il mio sogno sarebbe uscire un pomeriggio col Cavalier Avvocato Enea Silvio Carrega: passato alla corte del sultano, ingegnere idraulico, in combutta con i pirati turchi... quante risate mi farei! :)
Io purtroppo non riesco mai a rileggere, mi sembra di utilizzare del tempo che potrei investire nel leggere qualcosa di nuovo. E forse sbaglio, ma torniamo sempre al concetto di FOMO. Ho ormai in parte fatto pace col fatto di non potermi ricordare tutto quello che leggo, anche se utilizzo alcune “tecniche” per forzarmi a fissare nella mente i contenuti delle letture che più mi interessano (scriverne nella newsletter, scrivere una nota con riassunto e impressioni per ogni titolo che leggo, scrivere degli articoli sui saggi che mi colpiscono). Ma concordo molto sull’idea che, in fondo, l’importante sia ricordarsi le sensazioni che ci lasciano i libri.
Sono molto d'accordo quando dici di fare pace col fatto di non ricordarsi cosa si legge. Io me la sono spiegata un po' così, se non me lo ricordo è perché in fondo non ne valeva davvero la pena, altrimenti avrei fatto in qualche modo.
ho letto molto volentieri questa tua riflessione: in effetti leggo parecchi libri, ma alla fine non sono molti quelli che rimangono *davvero* con me. e tra questi ci sono quelli che rileggo periodicamente, quindi sono contenta di scoprire che anche Nabokov era un rilettore cronico come me :) felice anche di scoprire che non sono prevenuta nei confronti di certi libri... semplicemente ragiono come Manganelli! (scherzi a parte, secondo me crescere come lettore significa anche questo: riuscire ad affinare il proprio radar e scegliere solo libri che ci piaceranno)
Ciao Sara! Sarei curioso di sapere cosa hai riletto! Anch'io quest'anno sono riuscito a placare un po' la FOMO (perché, ahimè, ce l'ho) e a rileggere un paio di cose: Le braci (perché avevo la sensazione di averlo letto velocemente al tempo) e qualche vecchio racconto di Bolaño. Il sogno sarebbe un giorno di riprendere Lolita, ma in inglese. Però non so se sono in grado. Vedremo!
ah, anche io vorrei recuperare Le braci e qualcosa di Bolaño (avevo pensato a I detective selvaggi... tu coshai letto?). a dir la verità me lo riprometto da anni, però poi mi lascio sempre distrarre da altri librj. comunque nel podio delle riletture abbiamo Il Maestro e Margherita, tutto di Jane Austen, e Franny e Zooey.
concludo consigliandoti di cuore di leggere Nabokov in inglese: è una gioia per gli occhi e per le orecchie!
Bolaño comincia assolutamente dai Detective selvaggi. Per quanto riguarda Nabokov sì, devo armarmi di Merriam-Webster e andare piano piano. Ma un giorno lo farò!
Queste puntate che si fanno domande sulla lettura mi intrigano molto. A me dei libri rimane quasi sempre attaccata un'atmosfera, una sensazione che emerge quando meno me lo aspetto; a volte alcune frasi, ma quasi mai il quadro intero della vicenda.
Film e serie tv agiscono su un altro piano e quei pezzetti che stringo nella memoria sono per loro natura più visuali, ma evocano comunque una sensazione a cui appigliarsi, anche ad anni di distanza.
Se devo pensare a una parola che mi lega alle storie, forse è 'brandelli'. Brandelli di trama che poi possono allargarsi nelle riletture e che continuano ad agitarsi dentro di me, in cerca di connessioni che risalgono all'improvviso.
Ciao Andrea! Concordo, un'atmosfera, anche una sensazione o un'impressione come scrivo nel caso del Barone rampante. Poi a volte capita anche una cosa secondo me molto bella, che quest'emozione che ci ha lasciato il libro si può percepire come incompleta o meglio non totalmente esplorata, e allora è a quel punto che uno si mette a rileggere, e non c'è niente di meglio che riconoscere e ritrovare quell'emozione e rispolverarla dai ricordi.
Da ragazzo leggevo per il piacere di leggere. Adesso, lo ammetto, leggere non me ne dà più molto, lo faccio - me lo impongo? - come un esercizio fisico, per allenare un muscolo, o un esercizio tattico scacchistico, perché mi servirà dopo. A volte leggo perché non ho voglia di scrivere ma vorrei farlo (anche qui, mistero), e leggere me la fa venire. E poi, mi sono accorto, leggo come se stessi cercando. Cosa, non so.
Beh mi sembrano comunque degli ottimi motivi per leggere!
Poi sai, la cosa che leggere fa venire voglia di scrivere ce l'ho anch'io e anzi mi succede spesso :)
Vengo dal futuro per dire che ho recuperato questo numero (assieme agli altri) e che mi ha come sempre colpito la leggera lucidità con cui affronti un tema importante per noi lettori all’epoca di Internet: cosa ci rimane dopo tutto questo processare contenuti, e in particolare, libri? Non lo so, non ho risposte chiare dentro di me. Forse è proprio per far rimanere qualcosa che ho iniziato a scrivere di libri? Per attaccarmi a quello che resta? Congelare l’attimo? Mettere ordine nel caos e per questo agevolare il salvataggio nel mio hard disk? Può essere. Concordo con chi dice che spesso è questione di impressione/aura/sensazione. Aggiungo: restano pezzi della persona che sono diventata durante quella lettura.
Ps. Sogno un giorno di essere fiera proprietaria di un bassotto di nome Ottimo Massimo (:
Ho sempre voluto parlare con una persona che venisse dal futuro! Che bello!
Verissimo! Un libro ti cambia non solo a livello emozionale ma anche caratteriale spesso, non ci avevo pensato.
Il mio sogno sarebbe uscire un pomeriggio col Cavalier Avvocato Enea Silvio Carrega: passato alla corte del sultano, ingegnere idraulico, in combutta con i pirati turchi... quante risate mi farei! :)
Io purtroppo non riesco mai a rileggere, mi sembra di utilizzare del tempo che potrei investire nel leggere qualcosa di nuovo. E forse sbaglio, ma torniamo sempre al concetto di FOMO. Ho ormai in parte fatto pace col fatto di non potermi ricordare tutto quello che leggo, anche se utilizzo alcune “tecniche” per forzarmi a fissare nella mente i contenuti delle letture che più mi interessano (scriverne nella newsletter, scrivere una nota con riassunto e impressioni per ogni titolo che leggo, scrivere degli articoli sui saggi che mi colpiscono). Ma concordo molto sull’idea che, in fondo, l’importante sia ricordarsi le sensazioni che ci lasciano i libri.
Sono molto d'accordo quando dici di fare pace col fatto di non ricordarsi cosa si legge. Io me la sono spiegata un po' così, se non me lo ricordo è perché in fondo non ne valeva davvero la pena, altrimenti avrei fatto in qualche modo.
ho letto molto volentieri questa tua riflessione: in effetti leggo parecchi libri, ma alla fine non sono molti quelli che rimangono *davvero* con me. e tra questi ci sono quelli che rileggo periodicamente, quindi sono contenta di scoprire che anche Nabokov era un rilettore cronico come me :) felice anche di scoprire che non sono prevenuta nei confronti di certi libri... semplicemente ragiono come Manganelli! (scherzi a parte, secondo me crescere come lettore significa anche questo: riuscire ad affinare il proprio radar e scegliere solo libri che ci piaceranno)
Ciao Sara! Sarei curioso di sapere cosa hai riletto! Anch'io quest'anno sono riuscito a placare un po' la FOMO (perché, ahimè, ce l'ho) e a rileggere un paio di cose: Le braci (perché avevo la sensazione di averlo letto velocemente al tempo) e qualche vecchio racconto di Bolaño. Il sogno sarebbe un giorno di riprendere Lolita, ma in inglese. Però non so se sono in grado. Vedremo!
ah, anche io vorrei recuperare Le braci e qualcosa di Bolaño (avevo pensato a I detective selvaggi... tu coshai letto?). a dir la verità me lo riprometto da anni, però poi mi lascio sempre distrarre da altri librj. comunque nel podio delle riletture abbiamo Il Maestro e Margherita, tutto di Jane Austen, e Franny e Zooey.
concludo consigliandoti di cuore di leggere Nabokov in inglese: è una gioia per gli occhi e per le orecchie!
Beh, niente male!
Bolaño comincia assolutamente dai Detective selvaggi. Per quanto riguarda Nabokov sì, devo armarmi di Merriam-Webster e andare piano piano. Ma un giorno lo farò!
Queste puntate che si fanno domande sulla lettura mi intrigano molto. A me dei libri rimane quasi sempre attaccata un'atmosfera, una sensazione che emerge quando meno me lo aspetto; a volte alcune frasi, ma quasi mai il quadro intero della vicenda.
Film e serie tv agiscono su un altro piano e quei pezzetti che stringo nella memoria sono per loro natura più visuali, ma evocano comunque una sensazione a cui appigliarsi, anche ad anni di distanza.
Se devo pensare a una parola che mi lega alle storie, forse è 'brandelli'. Brandelli di trama che poi possono allargarsi nelle riletture e che continuano ad agitarsi dentro di me, in cerca di connessioni che risalgono all'improvviso.
Ciao Andrea! Concordo, un'atmosfera, anche una sensazione o un'impressione come scrivo nel caso del Barone rampante. Poi a volte capita anche una cosa secondo me molto bella, che quest'emozione che ci ha lasciato il libro si può percepire come incompleta o meglio non totalmente esplorata, e allora è a quel punto che uno si mette a rileggere, e non c'è niente di meglio che riconoscere e ritrovare quell'emozione e rispolverarla dai ricordi.