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La scuola andrebbe davvero rivista totalmente, a partire dalla brutta abitudine di molti docenti di scegliere il loro ruolo esclusivamente per avere un posto e uno stipendio sicuri.

Purtroppo, al netto di molti insegnanti che svolgono questo lavoro con dedizione e passione, c’è un sistema che fa acqua da tutte le parti e che non permette di svincolarsi da regole e vizi ormai consolidati che, invece di stare dalla parte dei ragazzi, alimentano lotte intestine che nulla hanno a che vedere con l’interesse per i ragazzi, tutti, e per il loro futuro.

Un argomento che mi tocca sempre molto perché quell’ambiente l’ho vissuto dal di dentro (da docente) e ne sono uscita sconfitta: perché a me interessavano quelle storie personali, ma per quelle, per come è strutturato il sistema scolastico, non ci può (e forse non ci deve?) essere tempo e spazio.

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Sono d'accordo al 100% Emanuela, e te lo dico da persona che sta dentro questo sistema. Ormai quella a cui stiamo assistendo è una completa svalutazione del ruolo, ma la cosa più preoccupante è il sistema di "mercificazione" che si è creato intorno, dove purtroppo il più delle volte capita anche di pagare semplicemente per ottenere crediti e qualificazioni fittizie in più solo per avere un punteggio più alto in graduatoria. Non investiamo, stiamo ancora fermi a vent'anni fa e l'unica cosa di cui ci preoccupiamo e se tenere o no il crocifisso in classe in un Paese laico...

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Dietro un voto ci sono delle ispirazioni stroncate - una storia. Premessa: ho frequentato il liceo classico, uno dei più duri d'Italia. Svolgimento: a due/tre anni dalla maturità ho iniziato a ragionare su quale facoltà avrei potuto iniziare dopo. Da sempre innamorata del mare e soprattutto delle sue creature, prendo in considerazione biologia marina. Faccio l'errore di dirlo al professore di biologia che pensa bene di passare DUE ANNI a chiamarmi randomicamente in cattedra per farmi domande a caso su qualsiasi argomento gli venisse in mente e, ogni volta che non sapevo la risposta, commentare con un "eh ma se non la sai questa come pretendi di fare biologia marina?". Arrivata all'ultimo anno, sopraffatta da versioni di greco e latino impossibili, voti calanti in matematica e fisica, una certa fatica in biologia per ovvie ragioni, un giorno gli ho risposto che non la volevo fare più biologia marina, che mi sarei iscritta a Scienze Politiche (ah...scienze delle merendine - fu il commento). Conclusione: penso sia il più grande rimpianto della mia vita. Fine della storia. (Anzi no: ogni tanto penso ancora di iscrivermi, e se non dovessi lavorare, lo farei).

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Ciao Maria Giulia! Intanto mi dispiace e anzi grazie per aver condiviso questa storia. E sì, dietro ogni voto ci sono delle ispirazioni stroncate, ma bisognerebbe parlare anche del modo di selezione del personale docente e della loro preparazione, perché anche qui si potrebbe far partire una filippica su un sistema che fa acqua da tutte le parti (io, purtroppo, ci sono in mezzo)...

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