Epigenesi di una newsletter
Se per caso vi steste chiedendo quale processo logico-cognitivo si cela dietro ogni pubblicazione, be'… Eccovi accontentati.
Ecco così. Così può andare. Foto al centro. In bella vista. Formato quadrato. Ahh, perfetto! Ma perché nel thumbnail si vede così? Me la taglia tutta, non è possibile. («Ilàààà, Ilàààà, vieni un attimo? Dai ti prego ti devo far vedere una cosa! Solo un secondo non fare la stronza».) Allora… Apri le note. Scrivi: 1) sistemare l’immagine di copertina. E non dimenticare il copyright. Che poi figurati mo se ’sto tipo s’accorge o se la prende perché ho usato ’st’immagine del cacchio che piace solo a me. («O Ilà, perché mi si vede così l’immagine nel thumbnail, mi aiuti? Come l’ho tagliata male? Capisco… capisco…».) E quindi che faccio la metto? Non la metto? Che stress… Apri le note. Scrivi: 2) controllare copyright immagine. Poi si vedrà.
E ora sotto bello! Serve un’idea. Serve un’idea. Serve un’idea. Serve un’idea. (Mi) serve quel pezzo d’Ikea. Non ora santo cielo. Dopo ci pensi. («Ilàààà, com’è che ti piaceva a te il BILLY? Bianco!?!? Ma che cazzo è diventata ’sta casa un ospedale?».) Dove eravamo rimasti? Ah sì. Serve un’idea. Forza Davide, forza, concentrati, lascia che l’energia cosmica fluisca tra i chakra e conducila verso i tuoi polpastrelli ticchettanti. Andiamo!
…
No, no, no, non ci siamo. Così non va. Spalanca la finestra. Cambia posizione. In piedi su! Debout! Come Walcott, guardando il mare (mare di cemento in questo caso, ma tant’è), sorseggiando un caffè («Ilàààà, fai un caffè?»), lasciando che il grecale ti sferzi le gote e il cotone merlettato delle tende («Sì, sì, ora chiudo… Volevo solo arieggiare un po’. È vero… Fritto sì… Sarà la signora Shakib, lo sai che alle 9 già comincia coll’aglio e il curry, in-sop-por-ta-bi-le»).
Oppure no! Cambio di programma! («Ilàààà, lascia stare, niente caffè! Ah… ah… vabbè lo bevo dopo, lascialo là che tanto a male non va».) Giù al bar! Tempio alato d’ispirazione, ricettacolo d’antiche vibrazioni, feconda alcova di personalità mistiche, lì dove le penne di Sartre, Hugo, Tommasi di Lampedusa, Hemingway («Ehm sì, salve, un café crème s’il vous plaît! Oddio mi scusi, non so cosa mi è preso, volevo dire un espresso… tazza grande sì… Tenga il resto… Ci mancherebbe… ci mancherebbe…»), si appoggiavano – chissà – teneramente alle epidermidi increspate di quelle fronti corrugate, sovrappensiero, mosse da meningi in costante sforzo meditativo come rulli compressori («Mmmm… bollente come piace a me»).
Ed eccoci finalmente. Una bella scrocchiata alle dita e… così… vai. Pure il mignoletto, pure il mignoletto… cooosì… ahh che goduria! Ma dove ho messo il cellulare? Eccolo qui. Un’ultima occhiata all’ora e ci sono. 2060… sblocca… ta ta ta… le 11:45, perfetto… Ma che vuole L.? Vabbè dopo lo guardo, ora sotto!
…
Però… però magari è importante… magari ha saputo di quel lavoro… magari ha bisogno di una mano con quell’editing che sta facendo… un’occhiata al volo, veloce. 2060… sblocca… ta ta ta. Ti pareva… Lo shorts di Masterchef con l’eliminazione di ieri. Come se non sapesse che mi sono visto tutta la puntata in diretta… Ah ah ah mi fa morire Barbieri, mo lo mando pure a I., tanto quella chissà quando risponde.
…
E invece ha risposto subito. Mah… Fammi vedere che dice («no sono a posto grazie, vado subito»). 2060… sblocca… ta ta ta…
😂😂😂 A proposito già che sei fuori vai a fare la spesa che non abbiamo più pane
Veramente io starei scrivendo la newsletter…
È arrivato Francesco Costa, 5 min dai non ci metti niente
E poi l’illuminazione. Nella distrazione («Grazie eh… Arrivederci»). Nella cruciale scelta fra una scatola di ceci marca Conad – una scelta apparentemente etica, ceci italiani, nessuna schifezza aggiunta, poco sale – e una dubbia sottomarca egiziana che ha il vantaggio di costare la metà. Come un Einstein mentre lavora all’ufficio brevetti. O come un La Capria che diceva che “Per inventare qualcosa uno deve essere distratto”. E quindi una newsletter sulla difficoltà di scrivere una newsletter, un 8½ meta-letterario con me come protagonista. Basta menzogne. Solo Verità. A tutti. Per tutti. Nuda, splendente, abbacinante…
«Signora Shakib! Alhamdulillah, come sta? Anche lei qui a fare la spesa? Come? Ma noooo, si figuri se mi dà fastidio. Può friggere quando vuole. QUAN-DO-VUO-LE!»
(P.S. Il copyright della foto nel thumbnail è di Steve Johnson su Unsplash.)
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Geniale! Bellissima!
Citare Fellini è stata la chiusura di un bellissimo numero! Grazie per continuare a scrivere, ispirato e d'ispirazione.