Quando abbiamo smesso di pensare il dolore
In effetti non lo so, ma l'altro giorno mi ci ha fatto pensare Claudio, che ogni tanto indossa una parrucca e si fa chiamare Geneviève.
Giovedì ho incontrato Claudio sull’autobus solo che aveva la parrucca e quando porta la parrucca non vuole che lo si chiami Claudio ma Geneviève e guai se non lo fai che poi si offende anche se l’elastico gli lascia il segno sulla fronte anche se biondo non sta bene anche se si lamenta che gli prude la testa ma tanto non ne vuole sapere e ti manda a fare in culo e non c’è niente che possa fargli cambiare idea amore dice tu fatti i cazzi tuoi che questa troia non ha bisogno del tuo parere ti spiace?
è salito sull’autobus che pareva un funambolo l’alito un bicchiere di pastis la chitarra a tracolla la maglietta sporca di qualcosa che avrebbe potuto essere vomito avrebbe potuto essere merda ma lui che in quel momento era lei sembrava non farci caso e a me non importava ma
ho visto subito che era strafatto puzzava da far schifo e quando mi ha chiesto di lasciargli il posto ciondolando come un orango mi sono alzato aiutandolo con le braccia a sedersi ignorando lo sguardo inorridito della gente ma che ne sa la gente di Geneviève che probabilmente è un santo e penso possa davvero parlare con dio me l’ha detto lui stesso e io gli credo anche se certi giorni quando si guarda allo specchio si odia talmente tanto che comincia a graffiarsi il viso e pare una prefica per quanto piange e non riesce a reggersi in piedi e si spoglia e si strappa i vestiti e se gli guardi le braccia puoi vedere i buchi e allora NON GUARDARE! urla e io non guardo e lui si copre il viso e si copre la vergogna
ma che ne sa la gente di Geneviève che poi perché Geneviève gliel’ho chiesto un giorno che eravamo a San Calisto e lui mi ha risposto perché French is classy baby e aveva in mano un pastis sempre quel cazzo di pastis in mano French is classy baby e quando lo dice non puoi ridere che se la prende davvero e allora ho chiuso gli occhi e ho immaginato di avere davanti Juliette Binoche o Marion Cotillard dio quanto mi piace Marion Cotillard e gliel’ho detto sembri Marion Cotillard e mi ha risposto per carità quella sgualdrina je suis Anouk Aimée cheri non ci provare e mentre lo diceva ha appoggiato la mano sulla guancia come nella foto le labbra socchiuse e ci eravamo spostati di fronte Santa Maria in Trastevere e io ero seduto sui gradini della piazza e lui ballava i tacchi in mano un po’ ubriaco un po’ fatto e quando ha cominciato a colargli il sangue dal naso mi ha detto portami a casa ma già non parlava più e ho chiamato l’ambulanza perché che altro potevo fare
e a un certo punto sull’autobus mi ha sorriso se sorriso si può chiamare quella smorfia finestrata e quando ha visto che lo stavo fissando mi ha detto non lo sai? i fallimenti si vedono dai denti e ha portato l’indice sotto il naso strofinando avanti e indietro lentamente e facendomi l’occhiolino ma io non guardavo più lui ma la stagnola bruciata che aveva in tasca e allora gli ho detto non dirmi che hai ricominciato e mentre tutti ci guardavano abbiamo cominciato a urlare e qualcuno già si allontanava qualcuno già diceva che schifo certa gente non la dovrebbero proprio far salire qualcuno già copriva gli occhi ai bambini vieni tesoro andiamo di là e prima che potessi accorgermene lui si era tolto la parrucca ed era di nuovo Claudio e non più Geneviève la francese o almeno così supponevo dal Cazzo te guardi? lo stesso che aveva detto
quella notte a un passante quando l’ho incontrato saranno state le tre saranno state le quattro e ho visto che era a terra ed era coperto di lividi e gli ho chiesto cos’è successo m’hanno pestata di botte che è successo? e faceva freddo ho provato a mettergli il giacchetto sulle spalle anche se non lo voglio ha detto vammi a prendere un pastis ma dove lo prendo un pastis a quest’ora e allora s’è messo a piangere e non c’era niente che potessi fare e a quel punto è comparso quel passante che Cazzo te guardi? e poco ci mancava che non si mettesse a litigare di nuovo ma quello si è spaventato e allora lui che in quel momento era lei s’è messo a ridere di una risata sguaiata ancestrale una risata da fine del mondo e anch’io mi sono a messo a ridere mi sa che sono proprio un po’ matta mi ha detto mi sa proprio di sì ma cos’ho che non va? non hai niente che non va
l’ho lasciato all’incrocio con via Piave occhi lucidi e anestetizzati un bacio stampato sulla guancia e l’ho lasciato che A presto amore! ingoiato dalla notte chiedendomi chissà se lo rivedrò a Claudio che ogni tanto si mette una parrucca anche se l’elastico gli lascia il segno sulla fronte anche se biondo non sta bene anche se si lamenta che gli prude la testa e che si fa chiamare Geneviève e sono tornato a casa e ho dato da mangiare al gatto e sul divano bzzzz bzzzz la tv pareva un dinosauro preistorico e c’era Montoya por favor e c’era onorevole ma quindi lei è antifascista? e c’era per ventiquattromila euro ecco la prossima domanda
Quando abbiamo smesso di pensare il dolore?
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Alcuni di noi non hanno mai smesso (anche sotto le parrucche)
Mi sono sentito risucchiato quasi fisicamente, come fossi stato trascinato dalla corrente di un mare in tempesta. Bellissimo.