Come ho raggiunto i 100 iscritti
Inaspettatamente, qualche giorno fa Substack mi ha inviato una strana nota che iniziava così: Congrats! E a quanto pare è tutto vero.
E per I carteggi hip hip urrà. Come? Non vi sento (mano a cucchiaio)? Hip hip urrà. Su le mani per Osmany. No, scherzi a parte, ero indeciso se affrontare questo tema oggi perché di solito perdo sempre un paio di iscritti a ogni nuova emissione ed è quindi probabile che già tra un paio d’ore questo numero non avrà più senso di esistere, pronto per essere cestinato come la carta del chupa chups panna e fragola che sto rigirando libidinosamente sulla lingua per festeggiare (me lo ricordavo meglio però, dovevo scegliere coca-cola).
Inoltre poi, chiunque si sentirà preso in giro da questo titolo parodistico in stile Big Luca ha chiaramente tutto il diritto di chiudere la newsletter, disiscriversi, inserire il mio nome in qualche bric-à-brac portasfortuna, e costruire una bambolina voodoo con le mie fattezze (la foto la potete trovare su Linkedin) riempiendola di acuminati spilli color cremisi (funziona anche come antidoto antistress, io stesso l’ho provato recentemente contro il salumiere del Conad – salumiere che si diverte a trovare ogni settimana un nuovo modo per fregarmi – e devo dire che dopo mi sento molto meglio).
Tra l’altro non mi sono neanche mai piaciuti questi titoli. Mi ricordano metaforicamente un po’ quei giochi che facevamo noi maschietti da bambini, quando si faceva a gara a chi avesse il pisello più lungo o chi pisciasse più lontano, gare in cui inevitabilmente finivo col perdere sempre per la gioia di L. che già a 6 anni aveva fama di John Holmes del Quartiere Africano.
E devo dire che sembra ieri quando l’unica a leggermi era mia nonna («amore ma chi è ’sto Dumatto – Dürrenmatt ndr –, che fa, non sarà mica uno che spaccia?» – a proposito nonnì, se mi stai leggendo da oggi puoi smettere di farlo, tranquilla, comunque dovrei passare domenica, in caso la parmigiana va bene grazie), mentre con una mano tiene in braccio Atos – il gatto rossiccio che ha in casa – e con l’altra lo ingozza di grasso di prosciutto (lei non lo mangia), oltre a qualche caro/a amico/a, ovviamente costretto/a da biblici ricatti morali.
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Questo solo per dirvi che l’intento non è fare un discorso motivazionale, tutto il contrario. Perché quest’anno passato su Substack non è stato affatto una passeggiata e anzi sono state tante le volte che ho pensato di mollare, di lasciar perdere, di «chi me lo fa fare», perso tra dubbi e dilemmi vari, la stessa faccia perplessa di quando sempre il salumiere del Conad ti fa «allora tre etti va bene?» ma tu gliene hai chiesto solo uno e allora ti sale un vago, inizialmente appena appena percettibile, poi sempre più dirompente, istinto omicida.
E ci vuole anche una certa forza di volontà, nel senso che non basta dire ok lo voglio, lo faccio, mi butto, poi vediamo come va, ma metodo e spesso programmazione, altrimenti si rischia di scivolare sulla classica buccia di banana e finire inevitabilmente per scoraggiarsi e rinunciare.
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Però devo dire che durante quest’anno qualche cosina l’ho imparata anch’io e dal mio piccolo la voglio condividere per chiedervi cosa ne pensiate. A questo proposito, ho buttato giù qualche punto:
Non essere coerente: o meglio, non lasciarti ingabbiare dagli eventuali paletti che hai sparso in giro per costruire il tuo progetto. Se hai cambiato idea, o vuoi semplicemente parlare di qualcos’altro, fallo tranquillamente, passione e trasporto sono più importanti di tutto il resto;
Trova un focus (ma anche no): anche qui, sicuramente una newsletter centrata ha ottime potenzialità di riuscita, soprattutto se si tesse un filo conduttore tra i vari numeri. Tuttavia è vero anche il contrario: spesso, infatti, anche la varietà paga;
Divertiti (o parla di ciò che ti piace): fondamentale. Se ti forzi, o senti quello che stai facendo come un obbligo, è probabile che chi ti legge alla lunga finirà col percepirlo;
Impara a capire i tuoi tempi: hai annunciato a mezzo mondo che pubblicherai un nuovo numero una volta a settimana ma non riesci a stare al passo con quanto hai detto? Non rischiare di andare in affanno o ridurti all’ultimo, ma cerca di programmare per quanto ti è possibile e soprattutto ascolta i tuoi ritmi;
Apprezza ogni piccola vittoria e non scoraggiarti: un commento, un complimento detto sottobanco, un nuovo iscritto, cerca sempre di trovare il lato positivo in quello che fai, poi, se proprio non ci riesci, ricordati che puoi sempre cambiare, sperimentare, provare altro, perché fortunatamente
Non esiste una formula univoca: esiste la tua, quella che va bene per te, che ti calza a pennello, che ti dona e ti fa ben figurare, che ti fa sentire a tuo agio;
Sbaglia. Ça va sans dire. Fallisci e ricomincia, vedrai che alla fine una quadra si trova sempre. Io stesso sono ancora nel bel mezzo di questo processo, anche adesso, mentre scrivo queste righe.
Non so se siete d’accordo, ma mi piacerebbe sapere nei commenti se per caso anche voi seguite qualche ricetta particolare o avete qualche consiglio da darmi, non solo per quanto riguarda Substack, ma anche qualsiasi altro progetto. Io nel frattempo sto finendo di posizionare gli spilli su una certa bambola che ho fatto e poi penso che andrò al super a fare un po’ di spesa. Spero solo che al ritorno questa newsletter abbia ancora 100 iscritti, altrimenti mi tocca richiamare nonna.
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Complimenti!! ❤️ Il punto 4 è il mio cruccio: avevo detto sin da marzo, quando la mia newsletter è nata, che avrei pubblicato un numero al mese sempre il giorno 15. Per diversi mesi ci sono riuscita, poi è arrivato il test del master di Mondadori e ciaoooo, e adesso sto facendo il trasloco e di nuovo ciaoooo 😅😅🤦🏻♀️🤦🏻♀️ ci proverò a pubblicare il 15 novembre ma non assicuro niente 😅 il fatto è che se non rispetto questa scadenza (che mi sono data da sola, figurati se qualcuno si ricorda "oggi è il 15, andiamo a leggere Sudestada!) ci sto male, ma se sono stressata non rendo bene quando scrivo. Devo ancora trovare il mio equilibrio e fare pace con il fatto che non posso essere sempre puntuale, alla fine stiamo offrendo dei contenuti gratis e già questo è un bel regalo per chi ci legge!
beh, congratulazioni innanzi tutto 🥳 sì, sono d'accordo con te sui punti che hai 'buttato giù' soprattutto sul fatto di sbagliare e del sentirsi a proprio agio. io ho ricominciato sia qui che nella vita, non so come andrà, non so cosa aspettarmi ma procedo con curiosità!